Siamo tutti analfabeti visivi

E se giusto ieri avevamo capito di essere analfabeti funzionali – non capiamo il senso di ciò che leggiamo – ecco che siamo anche analfabeti visivi.

È questo uno dei concetti che mi sono portata a casa, mercoledì scorso, dal tolktolk “l’immagine cattura il cliente” organizzato da Dora Carapellese e che ha visto ospite della serata Paolo Schianchi, architetto, designer e autore del libro #VisualJournalist. Ed è a quel talk che si ispira questo articolo.

La rivoluzione del giornalismo

Spesso, non leggiamo le notizie, ma, banalmente, leggiamo le poche righe del post e lo interpretiamo guardando le immagini.
Oppure guardiamo solo l’immagine e ci facciamo una nostra idea della notizia senza leggere neanche il post.
E ad interpretare così le notizie cresce il rischio di scambiare un caffè per una cioccolata e di trasformarci in dannosi gabbiani da tastiera.

Come spiega Paolo Schianchi “è in atto un cambio di paradigma, stiamo passando dal testo alle immagini”. Scommetto che è capitato anche a te, almeno una volta, di rispondere a un messaggio di testo con un’emoticon.

È in atto “la rivoluzione del giornalismo. Prima il giornalista, per raccontare la notizia, scriveva il testo e, solo dopo, cercava l’immagine più adatta ad accompagnarlo. Oggi, invece, parte da un’immagine per creare la notizia e raccontarla. Ricordate la foto del bambino morto sulla spiaggia?” Eh già, credo che quella foto sia rimasta impressa nelle menti di tutti, e anche nel cuore di molti.

A volte, però, è successo che si scoprisse, a distanza di qualche giorno dalla loro diffusione, che alcune foto di eventi molto tristi, come la guerra in Siria, spesso, fossero foto fake.

Siamo un popolo di analfabeti visivi

Al di là del fatto che fossero foto fake o no, perché prendiamo per buone immagini fake?
Perché ci facciamo ingannare da ciò che vediamo? E come possiamo difenderci?

Paolo Schianchi, che è un visual journalist, lo sa bene: “Sottovalutiamo il valore delle immagini e
trascuriamo i sotto-layer comunicativi, gli immaginari che ci stanno dietro.
Se conoscessimo gli immaginari dietro alle immagini potremmo difenderci e selezionarle.”

Se come me, hai letto le Le Lezioni Americane di Italo Calvino, forse ora starai pensando a questo passo:

…i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessità interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza d’imporsi all’attenzione, come ricchezza di significati possibili. Gran parte di questa nuvola d’immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria;

Già nel 1985, quando non c’erano ancora i social network, come Facebook e Instagram, Italo Calvino immaginava quello che stava per succedere, ovvero come grandi marchi riescono a toccarci nel profondo attraverso l’uso delle immagini. Quando guardiamo la pubblicità in tv, molte volte, non riusciamo a staccare lo sguardo dagli spot che promuovono i profumi, rimaniamo come incantati a guardarli e ad ascoltarli. Come spiega, infatti, Paolo, i brand dei profumi, “usano la grammatica visiva per stimolarci a pensare ad un certo immaginario”.

Tre regole per uscire dall’analfabetismo

Siamo tutti analfabeti visivi ma forse possiamo guarire.
Se non vogliamo più essere manipolati dobbiamo:

  • smettere di essere “analfabeti visivi” imparando la grammatica visiva in modo da capire cosa stiamo
    guardando quando ci troviamo di fronte ad un’immagine, qual è il suo significato
  • imparare a distinguere tra le immagini parassita, quelle parassitate, quelle immaginarie…
  • “guardare all’immagine come guardiamo ad un libro e chiederci quanto è grande quell’immagine”, quale immaginario si nasconde dietro ad essa
  • ricordarci che “le immagini ci guardano”

Ringraziamenti

Ringrazio Dora Carapellese e il suo staff per avermi dato la possibilità di ascoltare Paolo Schianchi dal vivo, di potergli stringere la mano e fargli delle domande.

Ringrazio Paolo Schianchi perché, con il suo libro e i suoi talk sta diffondendo un nuovo modo di fare comunicazione con le immagini e sta dando a tutti la possibilità di uscire dall’analfabetismo visivo e capire il significato delle immagini.

Letture a tema

Puoi leggere l’intervista integrale a Paolo Schianchi, e vedere il video dell’evento #tolktolk, sul sito di Dora Carapellese.
Se vuoi approfondire il tema delle immagini ti consiglio di leggere il libro #VisualJournalist di Paolo Schianchi.
Se vuoi sapere di cosa parla il libro leggi la recensione di Cecilia Mattioli.

Nota
Quando ho scritto “scambiare un caffè per una cioccolata” mi riferivo a quello che è successo pochi giorni a Gramellini.  Il suo “caffè” del 22 Novembre, che aveva per argomento il rapimento di Silvia Romano in Kenya, è stato frainteso. Gli sono piovute addosso critiche e insulti dalla rete che, alla fine,  lo hanno portato a scrivere un “caffè” di chiarimento.